Freitag, 1. August 2008

Veranstaltungshinweise, neue CDs

Neues von Domenico Scarlatti:

Festival Europäische Kirchenmusik

29.7.2008, 20 Uhr, Heilig-Kreuz-Münster, Schwäbisch Gmünd

Venice Baroque Orchestra & Romina Basso (Mezzosopran)

Antonio Vivaldi gehört zum italienischen Venice Baroque Orchestra wie die Gondeln zu Venedig. Kaum ein anderes Ensemble hat sich so intensiv den Werken des als "rothaarigen Priesters" bekannten Komponisten verschrieben wie Andrea Marcon und sein Ensemble.
Der italienische Organist, Cembalist, Dirigent und Musikwissenschaftler Andrea Marcon ist inzwischen zu einem der anerkanntesten Musiker und Spezialisten für frühe italienische Musik geworden.

Als Orchester der städtischen Scuola Grande di San Rocco in Venedig hat sich das 1997 gegründete Venice Baroque Orchestra zum Ziel gesetzt, das reiche musikalische Erbe des venezianischen Barock nach den Regeln der historischen Aufführungspraxis auf authentischen Intrumenten zu interpretieren.

Beim Festival Europäische Kirchenmusik erklingen Konzerte für Streicher und Basso continuo, die Sonate und Sinfonie "Al Santo Sepolcro" für Streicher und Basso continuo sowie das "Stabat Mater" von Antonio Vivaldi (1678-1741). Letzteres wird von der Opernsängerin Romina Basso (Mezzosopran) gesungen, die als Spezialistin für geistliche Musik internationalen Ruf genießt.

Ebenfalls für Sopran, Streicher und Basso continuo erklingt das einfühlsame Marienlob "Salve Regina", das letzte Werk von Domenico Scarlatti (1685-1757).

Von 18.30 - 19.15 Uhr findet im Prediger (Refektorium) ein Künstlergespräch mit Andrea Marcon statt.
http://www.stuttgarter-nachrichten.de/stn/page/detail.php/1768583

MILANO ARTE MUSICA
II edizione
Milano, 29 luglio - 2 settembre 2008

Lunedì 11 agosto 2008 ore 21
Chiesa di San Bernardino alle Monache
La viola di Scarlatti
Valerio Losito, viola d'amore
Andrea Coen, clavicembalo

Lunedì 11 agosto alle ore 21 la chiesa di San Bernardino alle Monache accoglierà milanesi e turisti con un concerto dedicato ad uno strumento raro quanto affascinante: la viola d'amore. Pagine di Domenico Scarlatti recentemente attribuite proprio a questo strumento, insieme ad altre di autori coevi, prenderanno vita sotto le dita di Valerio Losito e del clavicembalista Andrea Coen

Festival Internazionale della Musica www.mitosettembremusica.it
http://www.amadeusonline.net/news.php?ID=1217048400


Der berühmte italienische Jazz Pianist E.Pierannunzi hat eine CD mit D.Scarlatti Musik eingespielt und gab am 3.Juli 2008 in Rom ein Konzert:
Enrico Pieranunzi ,con Gerlando Gatto, presenta “Suggestioni & Improvvisazioni” un viaggio sonoro nella musica di Domenico Scarlatti, condotto sul filo dell’imprevedibile che avremo l’occasione di ascoltare dal vivo. Giovedì 3 luglio, dalle ore 18, presso la Libreria Feltrinelli via Appia Nuova 427

dazu ein ausführliches Interview:

Intervista con Pieranunzi: "Ho realizzato un sogno"

02/07/2008 11:34 - (Segnala questo articolo)

Intervista con Pieranunzi: "Ho realizzato un sogno"

L’intervista con Enrico Pieranunzi si svolge in condizioni assolutamente ottimali: siamo nel salotto di casa mia ed abbiamo appena ascoltato l’ultima straordinaria fatica discografica del pianista romano “Enrico Pieranunzi plays Domenico Scarlatti – sonatas and improvisations” CAMJ 7812

Ed è proprio su questa scelta che si incentra la prima domanda: perché proprio Scarlatti?
“ E’ una storia lunga che ha inizio nel ’65 -’66, quando, adolescente, preparavo l’ottavo anno di pianoforte. Fu allora che entrai in contatto con la musica di Scarlatti perché nel programma ministeriale del Conservatorio a quel punto del corso sono previste sonate clavicembalistiche, in particolare di Domenico Scarlatti. Poi sono passati tanti anni e tante note… è arrivato il 2007 e ho collegato questa data col 1757: eravamo infatti nel 250° anniversario dalla scomparsa del Maestro. Stimolato da questo link ho deciso di riprendere a suonare per mio diletto questi brani che, del resto, tenevo sempre vicino al piano, insieme ad altri “libri del cuore” come ”Il clavicembalo ben temperato” e le “Invenzioni a due e tre voci” di Bach, o gli studi di Chopin. Stavolta però mi si è aperto uno scenario musicale emotivamente del tutto nuovo. Così m’è venuta voglia di approfondire le vicende biografiche di questo straordinario musicista e sono andato a rileggermi alcuni testi fondamentali sulla sua vita, soprattutto l’accuratissima, illuminante biografia di Kirckpatrick. In poche parole è nata una specie di “innamoramento” per la musica e la vita di questo eccezionale compositore-improvvisatore e proprio quest’ultima sua ben nota qualità me lo ha reso così vicino che a un certo punto mi sono detto: ‘ma perché non improvvisare su queste meravigliose sonate?...’. Ed eccoci qua, ora, a parlare di questo cd…”

Ed è stato un lavoro facile?
“ Non proprio. Soprattutto all’inizio è stato difficile, complesso. Le sonate del Maestro hanno una loro profonda vita segreta e possiedono un’ identità di forma e contenuto molto precisa e potente. Metterci le mani era complicato, bisognava trovare la chiave giusta per entrarci. Dopo vari tentativi ho cominciato a trovare un modo efficace - almeno spero – e la musica ha cominciato a fluire.”

A parte questa impostazione di fondo, il disco si segnala per una sua profonda originalità: non avevo mai ascoltato un album in cui fossero proposti pezzi di musica classica nella loro versione originale, preceduti o seguiti da improvvisazioni che da tali pezzi traggono origine. Questo tipo di lettura mi appare particolarmente stimolante anche perché dovrebbe interessare gli appassionati di classica, quelli di jazz e quanti, specie in questi ultimi tempi, seguono particolarmente il cosiddetto cross-over
“Francamente, quando ho preparato l’album, non ho pensato al destinatario della musica…ho pensato solo a fare del mio meglio. Tra l’altro nel 2006 avevo già fatto qualcosa di simile. Il progetto si chiamava “ImproMozart” e usavo un po’ lo stesso sistema: prendevo le sonate del “divino fanciullo”, ne suonavo dei brani e poi le abbandonavo per “vagabondare” sulla tastiera a modo mio, utilizzando e sviluppando i materiali di Mozart. Con Scarlatti, come dicevo prima, l’operazione all’inizio è risultata più difficile. Forse per la forza e il dinamismo molto “fisici” dei suoi temi, forse per quella compattezza formale di cui dicevo prima …non saprei. So che per trattarle ho dovuto trovare un approccio basato sull’improvvisazione in senso lato, non necessariamente quella legata al linguaggio jazzistico. Insomma, la musica di questo geniale compositore-improvvisatore m’ha costretto a essere improvvisatore-compositore.”

Vogliamo approfittare di questa occasione per smentire una leggenda metropolitana e chiarire una volta per tutte che l’improvvisazione non è solo della musica jazz?
“Con piacere…anche se sono stupito che questa leggenda sia ancora in vita, vista la quantità di improvvisazione che c’è da anni nel rock o nella musica etnica, oltre che nel jazz e visto che da sempre l’improvvisazione fa parte integrante della musica, di tutta la musica, anche di quella classica . Insomma mi sembra un po’ paradossale dover ricordare ancora che lo stesso Scarlatti ma anche Bach, Handel, e tanti altri su su fino a Beethoven, Liszt e oltre erano dei formidabili improvvisatori e che questo non è, come comunemente si crede, un fatto secondario o accessorio, anzi….Tornando alle mie improvvisazioni su Scarlatti, si tratta di un “comporre improvvisando” in cui utilizzo i materiali del Maestro che di volta in volta mi intrigano di più: un intervallo, un disegno ritmico, una figurazione, qualsiasi cosa possa costituire l’elemento generativo di una nuova forma. Andando avanti, ho ampliato questo “sistema” fino ad arrivare al suo… rovesciamento: parto cioè con una improvvisazione libera che lungo il suo cammino trova pian piano elementi specifici di questa o quella sonata finché come atto finale la sonata stessa viene eseguita così come scritta. Ci sono alcuni esempi di questo secondo tipo di approccio nel Cd.”

Prima dicevamo che questo tipo di procedimento potrebbe raccogliere molto interesse; ma forse c’è anche un altro lato della medaglia, vale a dire il pericolo di attirarsi critiche da parte sia degli appassionati di jazz sia dei cultori di musica classica…
“Probabilmente hai ragione: prima dell’uscita del disco, che è stato registrato nel dicembre del 2007, ero totalmente immerso nell’impresa, adesso lo sono altrettanto in quanto siamo al momento assai emozionante dell’uscita dell’album, quindi non ho avuto modo di focalizzare questo rischio. Tra l’altro nella sola giornata di oggi sei già la seconda persona che mi fa riflettere su tutto questo…dovrei spaventarmi? Le critiche - se e quando verranno - fanno ovviamente sempre parte del gioco. Allora diciamo che mi appello alla clemenza della corte (anzi delle “corti”, addirittura due, a quanto pare…). Scherzi a parte con questo disco ho realizzato un sogno, recuperando un pezzo importante della mia vicenda autobiografica. Nella mia vita musicale non c’è stato un “prima dopo”, non sono cioè passato dalla classica al jazz.. Fin dai miei inizi, da bambino, ho portato avanti contemporaneamente entrambi i linguaggi e dentro di me non s’è mai determinata alcuna gerarchia o “classifica” tra queste due espressioni musicali: le amo entrambe appassionatamente.”

Io credo che in quanto tu dici si avverta compiutamente quell’amore verso la musica di Scarlatti che poi risalta evidente nel disco. In altri termini se l’album viene ascoltato da chi non conosce bene la musica di Scarlatti, tra le sue composizioni e le tue improvvisazioni quasi non si avverte alcuna soluzione di continuità…
“Prendo le tue parole come un grande complimento. In effetti ho sempre sentito l’improvvisare e il comporre come intrinsecamente correlati. Aggiungo che improvvisare è stato per me uno strumento veramente decisivo per comprendere come “funziona” la musica scritta e penso che spesso si può comporre anche senza scrivere. Ci sono in giro dei grandi improvvisatori – Wayne Shorter, per citarne uno che secondo me è in cima alla lista – i quali quando improvvisano creano forme che hanno la logica, il senso architettonico di un primo tempo di una sonata o di sinfonia di Beethoven. o Mozart. In altre parole secondo me la sorgente dei due processi –improvvisare/comporre - è unica. Si può decidere di non fissare sulla carta questa sorta di flusso, cioè, appunto, di improvvisare, oppure si può prendere matita e gomma – o, oggi, tastiera del computer – per fissarlo. Ma la spinta interna è la stessa.

Teniamo altresì presente che al tempo di Beethoven il supporto sonoro non esisteva per cui se la musica non fosse stata scritta oggi non avremmo potuto conoscerla.
“ E’ vero. D’altra parte Scarlatti, Bach input o lo stesso Beethoven erano, come detto, grandi improvvisatori e chissà quanta loro splendida musica ci siamo persi. La domanda interessante è: perché si decide di scrivere una musica che si sta inventando?...Certamente perché anche altri – compreso l’autore stesso - possano suonarla e risuonarla. Però c’è qualcosa di più in questa esigenza, qualcosa che non “scatta” sempre e per tutto quello che si improvvisa. L’input iniziale del fare, inventare musica è comunque, secondo me, sempre improvvisativo. E non è detto che la musica scritta sia di per sé sempre migliore della musica che non si scrive…”

Il senso dell’operazione è chiaro: ma vogliamo ulteriormente specificare ai nostri lettori che non si tratta né di una “jazzificazione” della musica classica né di una commistione di elementi propria della “third stream” ?...
“E’ difficile definire che tipo di operazione sia ma è vero, come dici tu, che non è affatto una “jazzificazione” di pezzi classici né un tentativo fumoso di fondere artificiosamente linguaggi diversi. E’ qualcosa di particolare che forse richiede anche un nome particolare.. Prima ho parlato di “comporre improvvisando”. Ora mi viene in mente il grande pittore americano Pollock e la sua “action painting”. Perché non chiamare tutto questo “action composing”?...”

Visto lo straordinario risultato dell’album, hai in mente altri progetti del genere?
“Per la verità avrei già voglia di fare un “sequel”, uno Scarlatti 2. Ci sono tantissime altre sonate di Scarlatti veramente stupende che mi piacerebbe suonare e far ascoltare (ce ne ha lasciate 555…). Quindi spero proprio di tornare, magari fra non molto, sull’argomento”

E noi ce lo auguriamo di vero cuore!
http://www.online-news.it/default.php?page=show&argomento=Jazz&articolo=5762

Enrico Pieranunzi Plays Domenico Scarlatti
Sonatas & Improvisations
Camjazz CAMJ 7812-2 (ZYX)
2008
Recorded in December 2007 in Ludwigsburg (Germany) at Bauer Studios
Pressetext: Somewhere between game, dream and vision, Pieranunzi succeeds in doing something that’s never been done before: composing-by-improvising on the sonatas of the most original keyboard composer-improviser of the Baroque Age. Simply unique. (CAMJAZZ)
http://www.camoriginalsoundtracks.com/site/index.php?site=&path=cd&idcd=794

In der NAXOS Reihe Domenico Scarlatti - Complete Keyboard Sonatas sind nun Vol.9 und Vol.10 erschienen:

Vol.9: Francesco Nicolosi, piano
Vol.10: Colleen Lee, piano